Incontro con Serge Latouche economista e filosofo francese, parliamo di decrescita sotto vari aspetti: economia, territorio, donne, tecnologia, politica, città. Serge Latouche è Professore emerito di Scienze economiche all’Università di Parigi XI e all’Institut d’études du developpement économique et social (IEDES) di Parigi, Presidente dell’associazione «La ligne d’horizon». Sostenitore della decrescita conviviale e del localismo, dell’abbondanza frugale, conosciuto per i suoi lavori di antropologia economica, è uno degli animatori della Revue du MAUS. L’incontro con Serge Latouche a cura di Parallelo42 è presente nelle raccolte d’arte. L’intervista è nel progetto Contemporaneamentea cura di Mariantonietta Firmani, il podcast di Parallelo42 pensato per Artribune.
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L’incontro con Serge Latouche è nella Raccolta d’arte Parallelo42_10
Con Serge Latouche parliamo di decrescita. Di seguito brevissimi contenuti narrati da Serge Latouche nell’intervista. Intervista integrale disponibile per studi e approfondimenti.
[…] Già negli anni settanta abbiamo avuto la fine della crescita reale, quella che ha migliorato in modo sostanziale il modo di vivere. Dopo la prima crisi del petrolio alcuni intellettuali hanno iniziato una critica allo sviluppo. […] Nel sistema dell’economia informale, le reti neoclaniche composte da 300/500 persone vivono di scambio e reciprocità tra i soggetti della rete. […] Il cammino della decrescita parte dal principio che la tecnologia rende l‘uomo obsoleto. A me sembra che in prospettiva il progetto della decrescita, sia reale anche se ora sembra utopico. […]
[…] La decrescita sarà donna o non sarà, l’occidente ha imposto il modello maschilista in Africa che invece era fondata su una cultura fondamentalmente matriarcale. […] Lo spazio fisico della decrescita si gioca tra due correnti di pensiero: da un lato agricoltura biologica e agro-ecologia, dall’altro agricoltura cittadina nella città decrescente. Diverse città africane sono autosufficienti per il 40/50% con parchi pubblici come orti cittadini. […]
[…] L’inquinamento non conosce frontiere, perciò l’inquinamento di Taranto non può essere risolto sul posto, è vissuto sul luogo ma è deciso a livelli internazionali. Dunque il progetto della decrescita si sviluppa dal basso ma deve sempre pensare di coinvolgere i livelli superiori. […] La decrescita è una matrice di possibilità e potrà realizzarsi in molti modi diversi nei diversi territori. […]
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